martedì 20 novembre 2007
STUUUUUAAAANI...
Ma leggiamo che cosa ha detto proprio lui, il giocatore che sembra in grado di fare la differenza e che con i suoi gol potrebbe salvare la Reggina. E’ sufficiente osservare che a soli 20 anni Stuani ha ufficialmente realizzato l’incredibile cifra di 620 gol in gare ufficiali. MA È’ VERO CHE SEGNA IN QUANTITÀ IMBARAZZANTI? «Mah, ho 20 anni e sono stato il goleador dell’ultima stagione di campionato». DODICI RETI IN QUATTORDICI PARTITE, NON UNO SCHERZO. «Sì, esatto. E visto che siamo in tema, sono stato anche ogni anno il goleador nelle giovanili del Danubio, e anche bomber delle Nazionali giovanili». E’ RIUSCITO A TENERE IL CONTO, ALMENO? «Più o meno, nelle giovanili del Danubio ho superato le cento reti. In Primera, la nostra serie A, sono arrivato a venti globali, ma ho anche appena vent’anni... ». HA SEMPRE SEGNATO COSÌ TANTO? «Ho cominciato a giocare e a segnare quando avevo sei anni. Nel mio paese, che si chiama Tala, c’erano le squadre del baby-fùtbol, come chiamano qui le scuole calcio, e dai sei ai tredici anni ho segnato circa 500 reti, fino all’anno Duemila. E da allora, tra giovanili e Primera del Danubio, altre centoventi ». OVVERO 620? «Sì, sì». NON LA SPAVENTA DI PRESENTARSI CON QUESTI NUMERI? «Mah... ormai sono alle spalle. Ma me li ricordo con affetto, perché quando era piccolo era mio nonno Miguel, il padre di papà, che ora ha 78 anni e continua a seguirmi, e al quale ovviamente sono molto legato, che su un quaderno segnava tutto, e mi presentava il resoconto ogni fine settimana». NON POTEVA SCAPPARE AI GRANDI CLUB, UNO COSÌ. «A tredici anni infatti mi ha preso il Danubio di Montevideo». UN PO’ PRESTO PER TRASFERIRSI IN CITTÀ. «Infatti. Montevideo dista da Tala circa 70 chilometri». E HA TRASLOCATO A 13 ANNI? «No, il primo anno mi portava mio padre, tutti i giorni, perché pensava che fossi un po’ piccolo per andare da solo in città». SETTANTA AD ANDARE E SETTANTA A TORNARE? «Esatto. Dopo pranzo, in macchina andavamo a Montevideo per gli allenamenti. E la sera tornavamo ». SUO PADRE HA DOVUTO SMETTERE DI LAVORARE... «No, no. Fa il commerciante di calzature, abbiamo un’azienda a gestione familiare. Magari perdeva un po’ di tempo appresso a me, ma grazie al cielo non è successo niente». STUANI È UN NOME ITALIANO, VERO? «Sì, le mie origini sono italiane. Il mio trisavolo era partito da Genova, e io ho per questo la doppia cittadinanza, uruguayana e italiana, e aspetto il doppio passaporto». FIGLIO UNICO? «Macché. In casa siamo tre figli. Mio padre Ricardo, mia madre Miriam; poi due sorelle: Letizia e Stefania. E io ho appena avuto una figlia dalla mia compagna, Ximena. L’abbiamo chiamata Josefina, ha tre mesi. E’ muy piccola, si dice così in italiano vero?». SÌ. ESATTO. CHE ALTRO CONOSCE DELL’ITALIA? «Ci sono anche stato, in Italia, e ho potuto visitare Roma. Nel 2003, con la Selecciòn under 17, ho partecipato a un torneo a Formia e Gaeta, in commemorazione delle vittime dell’11 settembre. Abbiamo giocato anche contro l’Italia, e abbiamo vinto il torneo». CON I SUOI GOL, OVVIAMENTE. «Credo di aver fatto un paio di gol». QUINDI IN ITALIA HA GIÀ SEGNATO: CHI CONOSCE DEL NOSTRO CAMPIONATO? «Sono stato compagno di squadra di Cavani, un anno fa nel Danubio. Ma non ho ancora parlato con lui dell’Italia». CONOSCE LA SERIE A? «Mi ritengo abbastanza infomato, da noi viene trasmesso spesso il campionato italiano». CHI È IL CENTRAVANTI A CUI SI ISPIRA STUANI? «In Uruguay mi piace ”El Loco” Abreu, ha appena giocato la Coppa America. In assoluto mi piace molto Crespo». LEI COME SI DESCRIVE? «Sono un giocatore abbastanza alto, un centravani d’area. Che segna sia di piede sia di testa, indifferentemente ». CONOSCE LA REGGINA? «La conosco, certo, attraverso Internet». DA QUANDO STA PENSANDO AL CALCIO EUROPEO? «Sin da bambino sognavo di poter venire un giorno a giocare in Europa. E ora che mi sento vicino a venire in Italia, mi sembra - ripeto - di realizzare un sogno». QUAL È IL GIOCATORE CHE AMMIRA DI PIÙ TRA GLI ATTACCANTI ITALIANI? «Filippo Inzaghi». HA SENTITO PARLARE DI ROLANDO BIANCHI? «Non lo conosco. ma sarebbe molto bello poter fare ciò che ha fatto lui l’anno scorso con la maglia della Reggina». IN FAMIGLIA CHE DICONO? «Loro vogliono che io sia felice, e sono d’accordo con me, con la mia voglia di partire». UN’ULTIMA CURIOSITÀ, CRISTHIAN: PERCHÉ QUELLA LETTERA ACCA INFILATA TRA LA “T” E LA “I” NEL SUO NOME DI BATTESIMO? «Ah, ah... Non lo so, in verità non lo so. Chiedete a papà». L’ULTIMISSIMA: COME STA ANDANDO? «Ho sempre segnato tanto: dai tempi della scuola calcio ad oggi sono andato in gol almeno 620 volte» «Le mie origini sono italiane: il mio trisavolo era partito da Genova Ho la doppia cittadinanza e aspetto il passaporto» «In tv seguo sempre il campionato italiano E su Internet studio la città e la Reggina. Voglio questa maglia».
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